Dopo nove lunghi mesi di attesa è arrivato il deposito delle sentenze da parte della Commissione Tributaria Provinciale di Forlì, con la quale viene accolto il ricorso di ENI Spa rispetto al pagamento dell'Imposta municipale propria (IMU) per gli anni 2014 e 2015.
Si tratta di avvisi di accertamento il cui ammontare è pari a € 3.800.000 circa.
L’udienza si era svolta lo scoro 23 ottobre 2017 presso la Commissione Tributaria di Forlì, dopo che ENI Spa aveva avanzato ricorso agli avvisi di accertamento emessi dal Comune di Cesenatico per l’IMU 2014 e 2015.
Si ricorda che le due precedenti annualità 2012 e 2013 erano state regolarmente versate da Eni Spa senza alcun ricorso, mentre per le annualità ICI 2010-2011 la società petrolifera aveva ritirato il ricorso alla vigilia dell’udienza. La Commissione Tributaria giudicante ha rilevato che “in merito ai temi che il ricorso pone si è formato un orientamento della giurisprudenza di legittimità abbastanza consolidato (come confermato dalle recenti Cass. 19509 e 19510 del 2010) ma come si dirà, non del tutto condivisibile”.
Da questa affermazione la Commissione ricostruisce la propria personale versione sull'obbligo di procedere o meno con l'accatastamento delle piattaforme petrolifere. Con un tratto di penna viene sconfessato il principio giurisprudenziale con cui la Corte di Cassazione (n. 3618/2016) aveva definito chiaramente l'imponibilità di tutti i fabbricati siti nel territorio dello Stato comprese le costruzioni sospese o galleggianti "stabilmente assicurate al suolo" (art. 4 R.D.L. 652/1939).
Le piattaforme petrolifere, così come le centrali a cui sono annesse, erano classificabili nella categoria D/7, svolgendosi operazioni qualificabili quali attività industriali (es: trattamento preliminare degli idrocarburi), "fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di vita industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni", con valore da determinare fino al 2015 secondo i criteri contabili. Spariscono dunque i riferimenti normativi e la ricostruzione della Corte di Cassazione, costringendo il Comune ad un supplemento di impegno per difendere la propria attività di accertamento tributario nei confronti di un contribuente importante presente sul territorio comunale (o suolo demaniale marino se si preferisce).
“Si è trattato – afferma il Sindaco Matteo Gozzoli – di una doccia fredda, un completo ribaltamento della giurisprudenza. Numerose sentenze della Cassazione avevano preso un indirizzo consolidato, (lo affermano i giudici stessi!) ma inspiegabilmente la motivazione della Commissione tributaria provinciale si è basata su una risoluzione del MEF (n.3/DF) del 1° giugno 2016 che di fatto affermava la non accatastabilità delle piattaforme. Ora ci prepariamo per il ricorso presso la Commissione tributaria regionale e siamo pronti ad andare fino in fondo per far valere i nostri diritti e quelli della comunità che rappresento.
Vista l’importanza della materia coinvolgeremo tutte le forze politiche in consiglio comunale per approvare un ordine del giorno da sottoporre al Governo, al Parlamento e alla Regione.”
“Infine – conclude il Sindaco Gozzoli – visto l’esito delle sentenze, procederemo anche con gli accertamenti per gli anni successivi al 2015, partendo dal 2016. Ringrazio gli uffici del Comune di Cesenatico.”
Il termine per l'impugnazione della sentenza emessa dalla Commissione Tributaria è di sessanta giorni dalla sua notificazione, effettuata su istanza di parte. In caso di mancata notificazione, ci saranno sei mesi di tempo dalla data del deposito della sentenza.
Dopo la messa in discussione di capisaldi che parevano acquisiti a livello nazionale il Comune si attende una battaglia difficile ma ci sono precedenti eloquenti. Solo per citare un precedente analogo la Commissione Provinciale di Chieti con n. 8 sentenze depositate nel mese di febbraio ha respinto il ricorso del concessionario, proseguendo sull'orientamento giurisprudenziale di legittimità che si è formato ma non pare più valido per la commissione di Forlì.
Conclude l’assessore al bilancio Roberto Amaducci: “L’aver condotto fin qui un’azione di governo prudente e di rigore, anche attraverso la costituzione di un fondo specifico a copertura integrale di tale entrata, nonostante qualcuno ci tacciasse di essere privi di coraggio e suggerisse una politica avventuriera, oggi ci mette nelle condizioni di gestire questo momento delicato non mettendo a repentaglio gli equilibri del bilancio comunale, anche se potrebbero arrivare ripercussioni negative sulla gestione della cassa, nel caso dovessimo restituire le somme, ciò infatti potrebbe pesare in negativo gli aspetti connessi al cosiddetto pareggio di bilancio (ex patto di stabilità) peggioreranno così le condizioni in termini di una minor capacità di investimento da parte dell’Ente.”