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Variante al PSC: la Soprintendenza diffida il Comune di Cesenatico
Un’altra triste e pesante eredità dell’ex Sindaco Buda che rischia di pesare anche sul RUE
12 Giu 2016 /

Lo scorso 9 giugno la Soprintendenza Belle arti e paesaggio delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini ha notificato una diffida al Comune di Cesenatico riguardante l’adozione della variante al PSC che includeva gli stabilimenti balneari nel Territorio Urbanizzato escludendoli dai vincoli paesaggistici.

Si tratta di un percorso iniziato nel 2013 con una delibera di Giunta e conclusosi con una Deliberazione del Consiglio Comunale del 10.3.2015.

Dopo una prima nota della Soprintendenza del 14 maggio 2015 (nota mai trasmessa notificata ai consiglieri comunali), in cui si ribadiva la non conformità della delibera adottata dal Comune di Cesenatico, venerdì 9 giugno è arrivata la diffida ufficiale che recita: "Si diffida il Comune di Cesenatico di dare attuazione alla Variante di Piano Strutturale sopra indicata in quanto atto pregiudizievole alla tutela del paesaggio disposta dall’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana e disciplinata dalla Parte III del D.Lgs 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio)".

Inoltre il documento aggiunge anche: "Alla Regione Emilia-Romagna, che legge per conoscenza, si chiede per quanto di competenza, d’intervenire con urgenza al fine di evitare che l’esecuzione di detta Variante pregiudichi i valori costituzionalmente tutelati".

“Ieri ho appreso della diffida. Dopo tre anni - commenta Matteo Gozzoli, candidato Sindaco del Centrosinistra - i nodi sono venuti al pettine. Siamo di fronte ad una diffida grave e molto pesante nei contenuti per il nostro Comune che certifica il malgoverno dell’ex Sindaco Buda il quale – insieme all’allora dirigente Foschi – ha accumulato una serie di atti illegittimi, non rispondenti alle normative regionali e nazionali, che hanno solamente finito per mettere in difficoltà gli imprenditori che si sono fidati della delibera comunale”.

Poi aggiunge: “Sono anni che ribadiamo che non era quello il percorso corretto per sburocratizzare alcuni interventi nella fascia demaniale e occorreva un accordo con Regione e Stato. Nel 2013 l’allora Sindaco Buda annunciava questa misura come un “esempio da seguire” da parte degli altri Comuni. Per fortuna simili azioni amministrative non sono mai state attivate in altri Comuni.  Siamo di fronte ad atteggiamenti irresponsabili e colpevolmente superficiali, che rischiano di avere gravi conseguenze su operatori economici che sono stati indotti a procedure palesemente illegittime".

Sull’argomento interviene anche Mauro Gasperini, capolista del PRI che commenta: “Abbiamo sempre riconosciuto che era necessario superare alcuni ostacoli burocratici ma lo si doveva concertare insieme alle altre istituzioni per trovare un accordo quadro in materia.”

Poi continua Gozzoli: “Se vinceremo le elezioni ci impegniamo fin da subito ad attivare un percorso insieme alla Regione per fornire risposte concrete alle imprese e soprattutto per evitare che imprenditori che si sono fidati di quella delibera possano incorrere in sanzioni o denunce”.

Infine conclude: “Non nascondo una certa preoccupazione per le sorti dell’impianto del RUE approvato lo scorso aprile. La variante oggetto della diffida era, infatti, propedeutica alla predisposizione del RUE. Siamo di fronte ad un pasticcio dietro l’altro. Questo è il lascito di 5 anni di amministrazione Buda. Sono convinto che i cittadini sapranno trarne le giuste conseguenze domenica 19 giugno al ballottaggio”.