Investire nel porto per rilanciare il comparto ittico. E’ il progetto del candidato sindaco di centrosinistra Matteo Gozzoli, che venerdì al Museo della Marineria, durante l’iniziativa pubblica “Fondi europei e prospettive per il mondo della pesca” cui ha partecipato l’assessore regionale Simona Caselli, ha illustrato le parti del programma elettorale inerenti alla pesca.
«Nel nostro programma abbiamo dedicato un intero capitolo all’economia e all’ambiente della pesca, a Cesenatico sono circa 200 le imprese che lavorano nel settore ittico, un tessuto commerciale forte che negli anni ha purtroppo conosciuto la crisi economica e che va rilanciato attraverso una serie di azioni e obiettivi chiari».
Gozzoli propone in primis di istituire un gruppo di lavoro permanente composto da associazioni di categoria (pescatori, artigiani, commercianti e Comune di Cesenatico), attraverso il quale individuare strategie condivise di rilancio del porto e della piattaforma ittica e commerciale, per poter predisporre progetti per accedere al fondo europeo per la pesca (Feamp), destinato alla costruzione e all’ammodernamento dei natanti, per la riqualificazione dei porti nella loro parte produttiva e delle strutture di commercializzazione pubbliche e private.
Coinvolgendo anche il Centro Ricerche Marine, i responsabili del corso universitario di Ittiologia e maricoltura e il battello Daphne, per valutare e orientare nuove forme di investimento nella pesca marittima e nell’ attività di allevamento a mare di pesci e molluschi, diversi dai mitili. «È necessario anche realizzare un importante intervento di dragaggio dei fondali per rendere navigabile il porto e per migliorare la qualità ambientale portuale, coinvolgere il sistema bancario locale per migliorare l’ accesso al credito e chiedere la riconversione dell’impianto di rigassificazione di Porto Viro da ciclo aperto a ciclo chiuso».
Mario Drudi, segretario PD Cesenatico e candidato al Consiglio Comunale, ha ribadito che la pesca è sempre stata in secondo piano in questi anni: «il porto canale non va considerato solo come turistico ma anche come luogo di lavoro. La nostra marineria è fatta da imbarcazioni di piccole - medie dimensioni e di pesca giornaliera, c’è un problema grandissimo di sostenibilità delle loro attività. Scontiamo un calo vertiginoso degli stock ittici e gli ambiti maggiormente in difficoltà sono la pesca a strascico e la pesca delle vongole». Sulle vongole Drudi ha ricordato che è stata l’Assessore Caselli ha dar inizio al processo di revisione sulla taglia di quelle pescabili. Entrando nel merito del Feamp, Drudi ha aggiunto che sempre grazie all’intervento dell’ Assessore, nel nuovo piano i fondi per la pesca dedicati all’ Emilia Romagna sono passati da 15 a quasi 40 milioni di euro.
Per Simona Caselli «la pesca continua ad essere un elemento importante nell'economia regionale, e Cesenatico è classicamente uno dei luoghi da cui si può tornare a correre, la pesca costituisce infatti metà dell'economia del luogo. Il tema di fondo è che per lavorare sulla pesca occorre un approccio integrato: la pesca è legata a stretto filo alla qualità dell’ambiente. C'è una delicatezza intrinseca nel Nord Adriatico, attorno ha 25 milioni di abitanti, una percentuale d’industria molto importante, e 30 mila metri quadri agricoli trattati con fertilizzanti. Non si può parlare di pesca prescindendo dalla qualità del mare». Parlando del comune di Cesenatico, l’Assessore ha dichiarato che si deve lavorare in primis sul porto e sulle imbarcazioni, in un secondo momento sul mercato ittico. Ha poi inanellato una serie di proposte per far rifiorire il comparto ittico, tra cui anche l’idea di valorizzare il pescato locale attraverso nuove proposte gastronomiche da parte degli chef, che potrebbero così riportare in auge pesci oggi poco considerati.
Dal pubblico è arrivato anche il suggerimento di ripensare ai porti regionali nel loro insieme.
Gozzoli in chiusura dell’incontro ha ribadito come negli anni passati si sia investito molto per la riqualificazione in chiave turistica del porto canale, «ora invece abbiamo la necessità di investire nelle aree produttive che sono state lasciate al loro destino, dando sostegno e futuro alla nostra attività economica».