«Pensione agli anziani, ai giovani il lavoro». La frase dell’on. Cesare Damiano, pronunciata lunedì sera al Museo della Marineria, riassume il leitmotiv dell’iniziativa sul tema del lavoro stagionale, del turismo, del pensionamento flessibile e delle nuove forme contrattuali. La sala era sovraffollata, oltre cento persone tra cui diversi in piedi, e da tutto il pubblico ci sono stati applausi a più riprese per l’intervento dell’ex Ministro.
Matteo Gozzoli, candidato sindaco del centrosinistra, in apertura della serata ha regalato al Presidente della Commissione Lavoro un libro sulla storia di Cesenatico. «Se da un piccolo borgo di pescatori ai primi del novecento siamo diventati la cittadina di oggi, lo dobbiamo principalmente al lavoro e alle attività che nel corso degli anni siamo riusciti a sviluppare nel turismo, oltre naturalmente a potenziare il settore ittico. Il punto di partenza per la riflessione di questa sera è perciò capire quali sono le esigenze delle imprese e del territorio».
Mauro Agostini, consulente del lavoro, ha subito ricordato come Cesenatico si possa a ragione definire “capitale del turismo”, vantando oltre 3 milioni di visitatori l’anno. «Il turismo comporta benefici a cascata, il coinvolgimento a pioggia di larghi strati dell'economia della città: gestori di strutture turistiche, commercio di generi alimentari, riflessi sulla pesca e sull'agricoltura, commesse per l'artigianato di servizio, rivalutazione del patrimonio immobiliare, occupazione di figure professionali idonee. Tuttavia, soprattutto dal punto di vista delle assunzioni, stiamo assistendo ad un incremento del contratto di lavoro stagionale utilizzato impropriamente. Le irregolarità maggiori sono riferite al numero di ore lavorate rispetto a quelle registrate e retribuite. E i voucher, da strumento nato per recuperare le forme contrattualistiche atipiche, ora invece rischiano di essere una stortura, soprattutto perché, per come sono costruiti, il lavoratore non avrà mai la pensione».
Dopo una panoramica sul funzionamento dei voucher e dei dati occupazionali del territorio, la parola è passata all’on. Cesare Damiano. «Il colpevole dei voucher sono io, li ho introdotti nel 2007 applicando la legge Biagi per normare il lavoro occasionale, poi Sacconi li ha estesi, poi la Fornero ha cancellato l'occasionalità e il carattere accessorio. La flessibilità deve invece essere sana, pulita, trasparente, bisogna specificare i settori in cui si possono usare».
Damiano ha poi allargato il raggio dell’intervento. «Viviamo in un momento di transizione e di difficoltà per ciò che riguarda la crescita, questo ha ripercussioni anche sul tappeto occupazionale, soprattutto per i giovani. Qual è lo scenario sociale che stiamo costruendo? La sinistra dovrebbe riflettere su qual è l'architettura del nuovo millennio, considerare il cambiamento epocale che il lavoro attraverserà di nuovo. Sta arrivando la quarta rivoluzione industriale, come Italia siamo già in ritardo, la digitalizzazione dell'economia ne cambierà alla radice la nozione. L'intelligenza artificiale è già realtà. Il futuro dovrà essere proiettato sulla flessibilità, si supererà il concetto di monte ore, ad esempio con un giorno in azienda e il resto da casa, e si parlerà di progetti da realizzare. Riguarderà tutti, dall'operaio al dirigente. Un partito di sinistra dovrebbe tornare allo studio profondo dei movimenti sociali che cambieranno la vita delle persone. Un partito che non ha queste visioni non ha ragione di esistere. Io sono per l'ideologia come contenitore di valori. E il valore essenziale è partire dall'ultimo, se parti dal primo non ci arriverai mai. Noi dobbiamo ripartire dai più deboli, da chi non ha un lavoro, da chi versa in povertà».
Sul tema delle pensioni, l’Onorevole ha affermato che non è accettabile obbligare settantenni a lavorare per mantenere a casa giovani disoccupati, in un assurdo tappo generazionale. «Oltre tutto il nostro sistema pensionistico è tra i più solidi in Europa, chi afferma il contrario mente. Se si toglie il peso dei trasferimenti sociali, e le tasse sulle pensioni, noi siamo praticamente in pareggio, a fronte di 186 miliardi di contributi abbiamo un costo pensioni di 186 miliardi e mezzo. Chiediamo piuttosto di risolvere il problema delle ricongiunzioni. Chiediamo di aggiungere ai lavori in cui si deve andare in pensione anticipata anche chi lavora nell'edilizia, soprattutto verticale. Chiediamo che il lavoro stabile costi meno di quello flessibile».
Lidia Capriotti, in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil cesenati, ha confermato le parole di Damiano: «la situazione occupazionale è al limite del paradosso. Lavoratori anziani che hanno perso il lavoro, vedono la pensione sempre più lontana, o che fanno da tappo alimentando la disoccupazione giovanile».
Uno tra i numerosi albergatori presenti in sala ha quindi chiesto a Gozzoli di fare sistema con gli altri Comuni, in una visione di Romagna inclusiva, coinvolgendo possibilmente le categorie disagiate.
L’on. Enzo Lattuca ha chiuso l’incontro ringraziando Damiano per l’appassionato intervento, che ha riscosso grande approvazione tra tutti i partecipanti.