La Consigliera regionale PD Lia Montalti ha depositato in Regione un’interrogazione sull’impianto di rigassificazione Adriatic Lng, della società Terminale di Gas Naturale Liquefatto.
Il rigassificatore, che dal 2009 opera in Veneto a 15 chilometri dalla costa Adriatica al largo di Porto Viro e del Parco del Delta del Po, riceve via mare gas liquefatto per poi immetterlo nella rete nazionale gasdotti; nel 2015 sono stati 5,6 miliardi i metri cubi di metano che ha trattato.
L’impianto assorbe ogni giorno 32mila tonnellate di acqua marina (utilizzata per riscaldare il gas e riportarlo dallo stato liquido a quello aereo), acqua che viene poi ributtata in mare “sterilizzata”.
La concessione marittima scade nel 2050, mentre l’impianto ha avuto la prima Autorizzazione Integrata Ambientale nel 2009 ed ha una certificazione triennale in scadenza la cui domanda di rinnovo è in attesa dell’autorizzazione conclusiva da parte del Ministero dell’Ambiente. “
In queste procedure – puntualizza Montalti – la nostra Regione non è direttamente coinvolta visto che il rigassificatore ha sede in Veneto”.
Tuttavia l’Emilia-Romagna ha segnalato al Ministero dell’Ambiente le criticità costituite dall’aumento del cloro attivo all’interno dell’acqua utilizzata per il ciclo produttivo dell'impianto, dalla consistente diminuzione della temperatura dell’acqua nel processo, e dalla necessità di contenimento e recupero degli scarichi. L'Emilia-Romagna ha anche ha chiesto i dati sui monitoraggi ambientali e soprattutto di convertire l’impianto di raffreddamento a ciclo chiuso.
“Con l’interrogazione, chiedo alla nostra Regione quali accordi stia raggiungendo nel dialogo col Ministero. Quello che ci riguarda davvero da vicino – sottolinea la Consigliera – è la tutela dell’ecosistema marino: la questione è preoccupante dal punto di vista ambientale, e potrebbe avere effetti negativi sull’industria ittica, ed in particolare sull’attività di coltura dei molluschi, compromettendo l’attività economica di molte imprese locali”.
“Da anni – aggiunge Matteo Gozzoli, candidato Sindaco del centrosinistra a Cesenatico – insieme al mondo della pesca chiediamo un intervento della Regione su Governo e Regione Veneto per riconvertire l’impianto da ciclo aperto a ciclo chiuso. L’impianto di Porto Viro utilizza il calore dell’acqua marina per i processi di trasformazione del gas, rigettando in mare 29.500 metri cubi d’acqua l’ora che, rispetto alle condizioni di partenza, è più fredda e priva delle forme di vita che vengono sterilizzate durante il processo industriale.
Poi conclude: “Ci sono forti preoccupazioni sulla concomitanza tra il calo del pescato registrato negli ultimi anni e l’attività del rigassificatore, vorremmo capire i dati emersi dai monitoraggi”.
Rigassificatore: tutelare ecosistema marino e pesca
Lia Montalti e Matteo Gozzoli intervengono sull'impianto di Porto Viro
13 Mar 2016 /